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lunedì, febbraio 23, 2009

Rasoio 002: Può una dittatura nascere nell’Europa democratica? Come avverrebbe?

Rasoio 002: Può una dittatura nascere nell'Europa democratica? Come avverrebbe?


wikipedia inizia così:

La dittatura è una forma autoritaria di governo in cui il potere è accentrato in un solo organo, se non addirittura nelle mani del solo dittatore, non limitato da leggicostituzioni, o altri fattori politici e sociali interni allo stato.

Premesso che le dittature siano il frutto di un disegno politico/militare a lungo progettate nei minimi dettagli, la sua messa in opera avviene in modo silenzioso e coperta da una concatenazione contingente di eventi che destano scalpore ed occupano l'opinione pubblica in pseudo-dibattiti ad ogni livello sociale. Prima tappa di questo processo è il controllo dei mass media, un altrettanto processo avviene in modo indisturbato perché svolto all'interno della dialettica economica del mercato, nella quale tutti possono comprare tutto.

Il controllo dei mass media permette la manipolazione dell'"Agenda Setting", cioè, la selezione accurata delle informazioni che la gente "Deve Sapere", "Deve Parlare", "Deve Credere" ed in base a queste informazioni decidere innanzitutto il proprio voto politico, e via dicendo. Così, tramite il controllo dell'agenda setting, una comunità è portata a credere che certi cambiamenti costituzionali e/o istituzionali siano opportuni piuttosto che altri; cambiamo la Carta Costituzionale per attribuire più poteri al politico "X" – colui che controlla i media -, in modo che costui possa decidere meglio le nostre sorti.

I vari cambiamenti nell'assetto costituzionale e/o istituzionale a fine della "dittatura moderna" – Cfr. Hugo Chavez in Venezuela -, avvengono a tappe "naturali", cose che in altri tempi avvenivano a tappe forzate e clamorose. Immaginate che su una popolazione si abbatte una catastrofe naturale e lasci migliaia di famiglie senza case; naturalmente la burocrazia ritarderà gli aiuti, questo ritardo si trasformerà in un'opportunità precipua per l'aspirante dittatore che arguirà: "Datemi più poteri e queste cose non succederanno più". Tra l'altro, va sottolineato che gli aspiranti dittatori sono persone di grandi abilità psico-fisiche, nel senso che, riescono ad esprimere finte emozioni a tal punto di fare piangere un caimano. Spesso sono persone carismatiche la cui presenza infiamma gli animi della popolazione e riescono a fare leva sui bassi sentimenti di essa. Così succede che in ogni disservizio lui è presente per manifestare la sua vicinanza ai cittadini lesati nel loro diritto. Dopodiché, arguirà la disegnata necessità di ulteriori cambiamenti delle leggi, delle regole e della prassi istituzionali fino allora stabilite e rispettate, in modo che lui possa esercitare con maggiore incisione i suoi compiti in difesa dei cittadini.

Ogni evento contingente che turba profondamente la popolazione, si trasforma in questa prospettiva, in opportunità unica per lo stravolgimento delle regole basiche di uno Stato di diritto. Immaginate la concatenazione di vari eventi, e si arriva ad un dittatura moderna. L'impalcatura democratica resta in la stessa, ma struttura interna cambia profondamente. Uno Stato in cui le leggi non sono uguali per tutti, ogni dissenso è bandito dai media, la tortura e persino la morte prima o poi vengono approvate ed applicate senza riserve. È opportuno evidenziare che le false informazioni danno vita ad una società priva di ogni riferimento valoriale reale, creano un mondo a parte, il mondo di coloro che vivono in un tempo senza tempo, uno spazio isolato dai reali cambiamenti economico-culturali, storico-politici che nel frattempo avvengono in altre zone del mondo.

In questo disegno il popolo svolge un ruolo importantissimo, anzi, indispensabile perché che si compia righe per righe il folle disegno di una dittatura. È conoscenza diffusa che la folla non ragiona, quando ci troviamo in mezzo ad una immensa quantità di persone ci lasciamo guidare dagli istinti, per questo ai dittatori piacciono gli eventi popolari come i comizi e le grandi manifestazioni. Però, chi guida la folla ha tutte le responsabilità, prima o poi andrà a finire davanti alla giustizia. L'aspirante dittatore usa la folla per la distruzione degli equilibri istituzionali e costituzionali che s'erano costruito nel tempo, e poi annienta lo stesso popolo con la forza in modo che lo possa rispettare ed amare.

Stiamo attenti. La storia si ripete ma con nuove vesti. In politica niente accadde per nulla, anche eventi apparentemente insignificanti, possono racchiudere un disegno nefasto per i cittadini, per la società e per l'intera nazione. Qualunque somiglianza con il caso, muoviti per denunciarla in quanto puoi. Prevenire è meglio che curare. Qualcosa sta già avvenendo in qualche parte dell'Europa.

Il vostro amico e fratello

Francis*PAC

Capitalismo patogeno, visto dallo psicologo, Federico Rampini


rampini

Ci sono idee che aspettano il loro momento per essere riscoperte. Di colpo vengono baciate dal successo perché degli eventi traumatici ci costringono a cambiare la nostra percezione del mondo. E' il caso del lavoro di Oliver James, autorevole psicoterapeuta inglese che da anni elabora una diagnosi "clinica" sul capitalismo contemporaneo. E' significativo che oggi a spiegarci i mali dell'economia sia uno psicopatologo, noto per i suoi studi sui disturbi dell'infanzia e sulla violenza giovanile.

Non è strano. In fondo il termine "depressione" si usa sia nella scienza economica che in psichiatria. E uno degli ultimi premi Nobel dell'economia ha coronato lo studio delle interazioni fra la nostra mente e i mercati: dal conformismo delle masse alla imprevedibile emotività che guida le scelte dell'investitore finanziario.

Nel suo ultimo saggio, "Il capitalista egoista" (Codice Edizioni), James rielabora e perfeziona la tesi che sostiene da anni. In ogni nazione dove è stata introdotta la versione più avanzata del capitalismo, osserva, la maggioranza dei lavoratori ha visto diminuire la propria quota del reddito nazionale mentre una minoranza di privilegiati si è arricchita enormemente. La sicurezza del posto di lavoro è calata con fenomeni come il part-time, il precariato, la flessibilità.

Certe fasce di lavoro dipendente hanno dovuto aumentare le ore lavorate per mantenere lo stesso tenore di vita. Un progresso nel reddito dei ceti medio-bassi, quando c'è stato, è dovuto all'aumento delle donne che lavorano: ma non è priva di costi psicologici la pressione esercitata su entrambi i genitori affinché svolgano un lavoro retribuito quando i figli sono ancora piccoli.

In parallelo con l'innalzamento dei consumi individuali c'è una crisi del risparmio, l'accesso alla proprietà della casa è difficile, la vita personale è stata colonizzata dal lavoro. Questi danni non sono del tutto nuovi ma James ritiene che siano aumentati a dismisura con l'avvento del "capitalismo egoista": una forma particolarmente patogena, con effetti distruttivi sul nostro equilibrio mentale e la nostra serenità.

Per "capitalismo egoista" James intende quel sistema economico e quell'ideologia d'ispirazione angloamericana che altri hanno chiamato di volta in volta Supercapitalismo, turbo-capitalismo, iperliberismo, mercatismo.

James definisce così i suoi tratti distintivi. "Il primo è che il successo di un'azienda è giudicato dalla sua quotazione in Borsa, invece che dalla sua forza intrinseca o dal contributo che può offrire alla società e all'economia. Il secondo è una forte spinta a privatizzare i beni e i servizi della collettività. Il terzo è una regolamentazione minima dei servizi finanziari e del mercato del lavoro, tesa a favorire i datori di lavoro rendendo più semplici i licenziamenti. Inoltre l'imposizione delle tasse non punta a redistribuire la ricchezza: per le grandi aziende e per i ricchi è più facile evitarle e rifugiarsi nei paradisi fiscali senza infrangere la legge".

Il capitalismo egoista è ansiogeno e psicologicamente distruttivo non solo per la pressione sulla produttività del lavoro e lo stress da competizione, ma anche perché alimenta aspirazioni irrealistiche e malsane. "Nella società del Grande Fratello molte persone pensano che anche loro un giorno potranno essere famose. Le tossine più velenose per il benessere sono racchiuse nell'idea che la ricchezza materiale è la chiave del successo, solo i ricchi sono vincenti e l'accesso alle sfere più alte della società è consentito a chiunque; se non ci riuscite c'è solo una persona cui potete dare la colpa: voi stessi".

La pressione sull'individuo viene aumentata dal diffondersi di un darwinismo sociale che giustifica le politiche economiche neoliberiste. L'espressione "sopravvivenza del più forte" (che in realtà non appartiene a Darwin bensì a Herbert Spencer) giustifica immense e crescenti disparità di ricchezza. Chi sta in fondo ansima e soffre in silenzio, o si sfoga su chi gli sta vicino.

L'opera di James s'inserisce in una tradizione illustre e pluridisciplinare. Alcune fra le pagine più durevoli di Karl Marx riguardano l'alienazione nella società capitalista. L'analisi dell'ingranaggio consumista più moderno ha sedotto menti brillanti come l'economista John Kenneth Galbraith con "La società opulenta" e il sociologo Vance Packard con "I persuasori occulti", due saggi che alla fine degli anni Cinquanta illuminarono il fenomeno dei "bisogni indotti".

James ha due autori di riferimento importanti. Il primo è il francese Emile Durkheim, uno dei fondatori della sociologia moderna, che con il suo celebre studio sui suicidi nell'Europa del XIX secolo mise in evidenza i costi umani e i danni psicologici prodotti da industrializzazione e urbanizzazione. Il secondo autore, che James considera come un vero maestro, è lo psicanalista Erich Fromm, tedesco emigrato negli Stati Uniti. La sua critica del materialismo formulata oltre mezzo secolo fa ("Psicoanalisi della società contemporanea", 1955), secondo James contiene tutti gli elementi di una diagnosi attuale.

"Abbiamo – scriveva Fromm mezzo secolo fa – un'alfabetizzazione superiore al 90%, abbiamo radio, tv, cinema, un quotidiano per tutti. Ma invece di concederci il meglio della letteratura e della musica passate e presenti, questi mezzi di comunicazione, coadiuvati dalla pubblicità, riempiono le menti con la peggior spazzatura, priva di qualunque senso di realtà".

Sempre Fromm sosteneva che fossimo divenuti caratteri mercantili: "Il valore dell'individuo dipende dalla sua vendibilità. L'abilità e le competenze non sono sufficienti: bisogna anche essere capaci di "comunicare la propria personalità" nella competizione con gli altri. Buona parte di ciò che viene chiamato amore è ricerca di approvazione. Abbiamo bisogno di qualcuno che ci dica, non solo alle quattro del pomeriggio ma anche alle dieci e a mezzanotte: sei in gamba, vai bene. Si dimostra il proprio valore anche scegliendo la persona giusta; si ha il diritto-dovere di innamorarsi di qualcuno all'ultima moda".

Certamente una società che promuove machiavellismo e camaleontismo, che accentua le diseguaglianze sociali ed esaspera l'inseguimento di ogni status-symbol, che esalta la selezione del più forte e umilia gli sconfitti, si merita la severa denuncia che fu fatta da Fromm e che oggi James attualizza. Il lavoro dello psicologo inglese convince meno quando individua negli Stati Uniti e nella Gran Bretagna una patologia molto più grave che negli altri paesi; e ritiene che i livelli di "stress emotivo" nel capitalismo angloamericano sono di gran lunga superiori.

Di certo gli va riconosciuto il rigore dell'approccio scientifico. James non pretende di misurare la felicità umana. Si limita alla sindrome dello stress emotivo come viene definita dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Dalle stesse ricerche dell'Oms trae il principale sostegno alla sua tesi: lo stress emotivo nei paesi caratterizzati dal modello economico anglosassone risulterebbe molto superiore all'Europa continentale, al Giappone, ai paesi emergenti.

James riconosce uno dei rischi di queste statistiche: le indagini sul terreno possono dare risposte viziate da culture profondamente diverse. "I cinesi – ammette l'autore – concettualizzano le domande sugli stati mentali in maniera diversa dagli occidentali". Lo rassicura il fatto che gli esperti dell'Oms hanno elaborato le loro domande "nel tentativo di renderle più neutre possibile rispetto alla cultura".

Resta tuttavia difficile convincersi di fronte a quei dati: dove la percentuale della popolazione che ha sofferto di stress emotivo raggiunge il record del 26% negli Stati Uniti mentre risulta appena un terzo di quella percentuale in Germania (9%), in Giappone (8,8%) e in Italia (8,2%).

Sorge il dubbio che risultati tanto differenziati siano causati da diverse capacità o disponibilità a riconoscere come tali i sintomi dello stress emotivo. Stupisce il fatto che lo stress emotivo risulti bassissimo in Cina, dove il "darwinismo sociale" è forte, la selezione nel sistema scolastico è spietata, la competizione sul mercato del lavoro raggiunge punte estreme.

Lo stesso sospetto si insinua nei raffronti storici. "Oggi un americano ha possibilità fra le tre e le dieci volte più alte di soffrire di depressione rispetto al 1950", scrive James. Mezzo secolo fa però c'era molta più reticenza a confessare le proprie sofferenze, l'ambiente sociale tendeva a demonizzare la malattia mentale, i sintomi della depressione non venivano diagnosticati con la stessa facilità.

C'è poi un capitolo dove James analizza i danni psicologici del materialismo: "Una delle ragioni principali dell'infelicità dei loro rapporti è che attribuire grande valore alla ricchezza, allo status e all'immagine porta i materialisti a sminuire le relazioni intime e il coinvolgimento nella comunità. I materialisti hanno tratti specifici che li rendono particolarmente inclini alla reificazione, essendo meno generosi e più egoisti, pronti a ignorare i bisogni umani degli altri".

Qui l'autore scivola dalla critica al capitalismo contemporaneo a una critica verso una tipologia caratteriale, una categoria di persone e di valori morali che s'incontra in ogni epoca e in ogni civiltà: da Re Mida all'Avaro di Molière, da Donald Trump al capitalismo-pirata della contraffazione in Cina. Lo stesso James peraltro ammette che le eccessive diseguaglianze sociali dell'ultimo decennio rappresentano un ritorno ad epoche passate, come gli anni Venti del secolo scorso, già caratterizzate da una polarizzazione acuta fra le classi.

Resta il fatto che "Il capitalista egoista" ha il dono della tempestività. Coglie l'aria del tempo che viviamo. Interpreta la traumatica delusione verso le promesse di un modello economico, oggi imploso per le sue contraddizioni. E nella saggezza dello psicologo c'è anche spazio per uno squarcio di speranza: "E' possibile che un'alternativa migliore sia proprio dietro l'angolo e che, per quanto pazzi possiamo essere, alla fine riusciremo a far prevalere il buonsenso".

http://rampini.blogautore.repubblica.it

mercoledì, febbraio 18, 2009

Walter Veltroni - "Non ho fatto il Pd che sognavo" - "ho fallito e mi scuso. Serve solidarietà, mancata squadra"

L'ex segretario: ho fallito e mi scuso.
Serve solidarietà,
mancata squadra

Walter Veltroni lascia la guida
dei democratici dopo 16 mesi:
«Speravo in un partito nuovo.
Basta con la sinistra salottiera
e giustizialista. La mia scelta è
giusta». Il Pd: sabato nuovo segretario o si va al congresso

Fnt/La Stamoa

L'adesione di Barbara Spinelli / I medici: fermate la legge / Le Comunità cristiane contro Bagnasco


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BARBARA SPINELLI: ADERISCO ALLA MANIFESTAZIONE
perché la vita non può esser delegata a entità astratte come la società, lo Stato o la chiesa. La vita è a disposizione di chi si prepara a morire.

I MEDICI DEI MALATI TERMINALI GIÀ DA UNA SETTIMANA CHIEDONO CHE LA LEGGE VENGA FERMATA
Il documento della società italiana di cure palliative
che spiega come con la nuova legge, che obbliga a nutrizione e idratazione forzate, si moltiplicherebbero le sofferenze dei malati terminali. Una prospettiva sadica e raccapricciante.
INTERVISTA Marinari, medico palliativo: una legge contro i malati

LE COMUNITA' CRISTIANE CONTRO BAGNASCO
Un durissimo comunicato dei cattolici di base contro la legge del governo sostenuta (e ispirata) dalla Chiesa gerarchica

Il curioso caso del Pd di Pierfranco Pellizzetti
Sicuri che siano tutti in lacrime dopo la batosta sarda? Non i dirigenti locali, interessati agli affari edilizi. Non quelli nazionali, che bivaccano a attorno ai resti di un partito, come Brad Pitt nel nuovo film, nato ottuagenario e vissuto regredendo allo stato di infantilismo politico.

Cda Rai, l'opposizione sta a guardare? di Giuseppe Giulietti
Mills corrotto, Berlusconi la fa franca di Pancho Pardi


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Sardi e sordi - Le dimissione di Walter Veltroni - Il prossimo Congresso del Partito Democratico

Sardi e sordi

Blog_stampa_170209 I sardi hanno detto la loro. Adesso gli altri non debbono fare i sordi. La crisi del Pd non è un'invenzione post-elettorale per la sconfitta di Soru. Nel giugno scorso, chiudevamo un post con queste parole: "Veltroni dovrebbe lasciare, Prodi ripensare il suo abbandono, lo spirito ulivista essere ripescato e rivissuto in questa grave emergenza costituzionale dell'Italia." Oggi, finalmente, Veltroni lascia. Con onestà e velocità di riflessi recuperata in extremis, in un contesto ormai per lui insostenibile: "Per molti sono un problema", avrebbe detto...









!!!!!!!!!!!!!!!!! http://antoniomontanarinozzoli.blog.lastampa.it !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!





Ciao Antonio, questa volta mi sento obbligato a lasciare il mio ponto di vista. Mi tocca. ;-))))

E vabeh..

Il dado è tratto! Ora il Congresso.

Illustre Montanari, hai fatto una bellissima analisi della reale situazione del PD; la quoto perché la condivido nei dettagli. Nelle attuali condizioni "saggio" sarebbe ripartire dallo spirito dell'Ulivo, un modo per rivedere l'asseto dei principi che devono governare il PD. In ogni modo ci siamo, la strada è tutta in salita ma credo che alla fine si arriverà al "meglio" perché al peggio non si può approdare.

A parte la mia grande stima al segretario uscente, devo ammettere con grande rammarico che  ha commesso molti sbagli strategici e/o programmatici, frutto di tutto ciò furono le sue assenze, i suoi silenzi - apparentemente combinati con Silviucio -, la sua immobilità - da Soru è andato tarde anche sapendo che Berlusconi aveva tutte le TV sotto controllo, in altre occasioni  idem.

Insomma, un merito suo? Lasciare la sedia dopo l'ennesima debacle. Uscire a testa alta rispettando i valori in cui crede. Una lezione per il paese e per i futuri politici, perché gran parte degli attuali... lasciano molto da dire.

Comunque il Partito Democratico va ripensato, l'attuale leadership va ripensata e casomai azzerata (con metodi democratici), la partecipazione dei cittadini va ripensata, i principi generali vanno riflettuti con ampia partecipazione degli elettori vanno "riflettuti", l'anima del Partito va messa in discussione e quando purificata, va messa in evidenza in occasione. Eccoci, bisogna ripartire da capo. Congresso Subito, almeno io la penso così.

Tutto è buono, bello, carino, meraviglioso quando finisce bene. Walter non potrebbe uscire nel modo migliore, considerando il rinforzo delle correnti interne e l'immagine che le TV (controllate) barattano del Partito. Ho notato che il PD non ha capito bene la vera potenza delle TV. Le TV cambiano la società, cambiano le coscienze, cambiano la realtà. La prossima leadership del Partito Democratico - se vorrà vincere - dovrà impegnare 25% del loro agire nella "LEGALITÀ" dell'uso dei media nella comunicazione politica.

Uffa, al Congresso Subito, oppure la debacle fatale nelle prossime elezioni europee.

Francis*PAC
Scritturanera.blogspot.com

lunedì, febbraio 16, 2009

Cosa sta facendo il Governo mentre le aziende chiudono e le famiglie perdono il lavoro?

Cosa sta facendo il Governo mentre le aziende chiudono e le famiglie perdono il lavoro?

 http://www.bastet.it/public/blogup/crisi.JPG

Scusate, non ho tempo, la crisi economica incombe, non scherzate è tempo di muoversi, è tempo di spingere la politica ad agire, è tempo di cambiare rotta e far si che ci si sieda attorno ad un tavolo, si ascolti le paure della gente e si decida cosa fare subito.

Se nel mondo una cosa può andar male, in Italia corre il rischio di andare peggio. Il rischio accompagna ogni giorno di questa bella nazione. Non ci capisco più niente, ossia, si fa una gran fatica a capire dove ci stiamo dirigendo. Chi guida chi e dove si va?

Le fabbriche chiudono, i negozi non vendono più, la gente ha paura del futuro, e dinanzi a tutto ciò il Governo usa le migliori tecniche di controllo sociale: disinformazione, mantenimento del focus sociale in altri temi, svuotamento del parlamento delle sue funzioni – così non decide niente -, parla di sicurezza e toglie i soldi a chi deve garantirla, parla d'integrazione ma demonizza e crea capri espiatori – nella fattispecie i Rom -, ecc, etc. Così non va, ossia, andremmo a finire come nel 1929.

Qualcuno mi risponda per favore: ma dove stiamo andando? Dove il Governo Berlusconi vuol arrivare? Perché mai non fa niente per salvare le piccole e media imprese, ossia, la spina dorsale di questo paese? Qual sarà il vero disegno dell'attuale Governo? Come avevo scritto, il Governo fa leva ad ogni reato per giustificare l'aumento dei militari per le strade. Cosa succederà se una volta che i militari prendono il posto della polizia la gente tenta manifestare per certi diritti e/o immobilità dell'esecutivo? Come si comporteranno i militari dinanzi ad una grossa manifestazione, cosa che loro non sono abituati a gestire? Questo mi puzza.

L'immobilismo dell'attuale Governo dinanzi alla crisi economica che sta spazzando migliaia di posti di lavoro in Italia, sta contribuendo a creare le condizione ideali per l'instaurazione di un Governo muscoloso, ricattatore, cioè, padre padrone. In questo ritmo, si arriverà al momento in cui tutti si inginocchieranno davanti al Governo per ricevere degli aiuti. A quel punto, si potrà dire: "siamo veramente alla frutta". Il tempo per agire è questo, ma il Governo si dedica ad elaborare nuove leggi contro le violenze sessuali – ahimè, non ho nulla contro i provvedimenti: che si applichino seriamente le leggi esistenti –, quando dovrebbe impegnarsi 18/24 ore a dialogare con le parti sociali nella ricerca di soluzioni per rilanciare l'economia italiana. Sono migliaia le famiglie in cui il padre e la madre hanno perso il lavoro, il nordest sta morendo, il veneto sta morendo, la Lombardia sta morendo. Signori del Governo, svegliatevi. La parte trainante del paese muore, il paese andrà dove non voglio nemmeno immaginare.

Noi, voi, tu povero Cristo che leggi queste righe mal-scritte, cosa puoi fare per spingere il Governo a cambiare strada? Cosa possiamo fare, assieme, perché l'esecutivo si occupi seriamente della crisi? Cosa si deve fare? Il tempo è corto, ed ho l'impressione che le cose andranno peggio.

 

Un forte abbraccio

Francis*PAC

Il vostro fratello minore

martedì, febbraio 10, 2009

Il Cuore pulsante della Roma By Night è straniero; Gli stranieri presiedono i territori e non la Lega Nord.

L’Italia sta cambiando; ripeto il bel paese sta cambiando, volente o nolente la costituzione della società italiana non è più la stessa degli anni novanta, sta nascendo una nuova Italia. Per giunta, l’Italia delle grandi città è già cambiata: il cambiamento lo vede soltanto chi vuole, lo senti soltanto chi cerca di capire gli attuali processi sociali tettonici e lo tocca chi va in giro senza preconcetti ma con l’intenzione di vivere la città. Il suddetto cambiamento è sostanziale, ma purtroppo la fotografia che i media continuano ostinatamente a diffondere è completamente falsa, ossia, distorta e manipolata. Con grande rammarico dei “leghisti” e dei “neo-fascisti”, le grandi città italiane hanno oggi un volto che non può essere ignorato quando si parla del presidio dei territori, purtroppo lo nascondono, ma non lo faranno per molto tempo. Lo faranno fin quando controlleranno l’informazione con metodi non democratici, ma come la storia ci insegna, anche questo prima o poi finirà.

I leghisti fanno le finte ronde per accertare la legalità degli immigrati che si trovano in giro per le città, i neo-fascisti approfittano ogni evento criminale per farsi vedere e propagandare la purezza della razza, assieme per diffondere la paura e l’odio contro gli stranieri. I due gruppi dicono di presiedere il territorio, è una grossa ed assurda bugia. Chi ha occhi e vuol vedere la realtà, lo invito ad uscire di casa in una di queste sere, andare in giro per le grandi città italiane - senza paura, altrimenti vedrà lo stesso che vedono i leghisti -, e capirà che chi presiede veramente i territori sono i nuovi cittadini, cioè gli stranieri. Nel bene e nel male sono gli stranieri che affollano le strade di notte, che danno vita a tanti quartieri che altrimenti sarebbero vuoti e pieno di fantasmi di un tempo che la si fu. Senza gli stranieri molti quartieri sarebbero abitatati dai delinquenti, dalla “criminalità organizzata” in senso lato, si sarebbero trasformati in rifugi per i drogati, infine sarebbero sconsigliati per chiunque. L’invecchiamento veloce della popolazione italiana sta facendo la sua parte, questi buchi che lasciano gli anziani, vengono riempiti dagli stranieri, che senza questi ultimi grossi problemi sociali sarebbero sulle spalle dell’esiguo numero di giovani italiani.

Le vere NOTTI ROMANE, NOTTI MILANESI, NOTTI TORINESI, NOTTI BOLOGNESI ed altre, sono animate dagli stranieri, e non dai giovani che vanno in giro con le grosse macchine. I giovani motorizzati passano per le strade come l’acqua della pioggia, non lasciano traccia e non danno sicurezza ai turisti e la gente comune che cammina per le strade. A titolo d’esempio, la Metro di Roma di sera, è abitata da stranieri, gli autobus sono autentici dipinti della multiculturalità presente ed ineludibile, le strade ormai non aggiungo niente, le cucine dell’80% dei ristoranti e bari della capitale sono abitate da stranieri. Insomma, cosa si vuole ancora per affermare che gli stranieri sono ormai parte integrante di questa società e che non devono essere denigrati, demonizzati e dipinti come delinquenti?

Eh basta. Quando è troppo è troppo!

a) C’e la crisi economica: o si uscirà assieme, o si affonderà assieme.

b) C’è l’urgenza democratica: è opportunità per migliorare il paese tenendo in conto i nuovi cittadini.

c) C’e il caso criminalità straniera: chi sbaglia paga, che ci sia la certezza della pena, evidenziando però l’uguaglianza della legge per tutti. Due stupratori, sono stupratori e delinquenti. Le pene, i trattamenti, le attenzioni, devono essere uguali per tutti, oppure si creano due paesi e due società: si verificherà la riproduzione della stratificazione sociale stile indiano, insomma, crediamo che le caste non siano la realtà giusta per un paese democratico e per giunta, con grande tradizione cristiana.

Per il momento è tutto,

a risentirci.

Francis*PAC

venerdì, febbraio 06, 2009

Taglio raso 001: L’Italia berlusconiana come avamposto del razzismo di Stato ed informazione condizionata

Taglio raso 001: L'Italia berlusconiana come avamposto del razzismo di Stato ed informazione condizionata

La falsa morale è segnale di decadenza cronica,
 le condanne politiche dopo le violenze contro i più deboli sono parole vuote ed aberranti,
i moralismi e le false promesse sono come sputi  sul piatto sul quale mangi…


Scrivo dall'Italia, l'ultimo avamposto del razzismo di Stato. Proprio così, razzismo di Stato, ossia, razzismo parlamentare perché le leggi che rendono schiavi gli immigrati sono state approvate in Parlamento. Voglio credere che non è stato sempre così, voglio credere che presto questa nazione riprenda la memoria perduta - attraverso la manipolazione televisiva - e possa cambiare l'orrenda condizione nelle quali si trovano a "sopravvivere" i migliaia di immigrati.

In questa vicenda, un aspetto salta subito all'occhio: quelli che più soffrono sono gli africani, i neri. La schiavitù non è finita, il razzismo fascista/nazista non è finito – perché adesso si trova in Parlamento targato 'democratico' -, così come la segregazione razziale non è finita. Ed è triste! Ma tutto si vive ogni giorno in Italia nel modo più tranquillo. Scene d'altri tempi, clima sociali inimmaginabile ai nostri giorni.

Aimè! Non voglio sputare sul piatto in cui ho mangiato, ma quando è troppo è troppo. È tempo di cambiare, è tempo di trasformare l'Italia ed aiutarla a riprendere il cammino della democrazia ed antifascismo/nazismo nascosto e sottaciuto dai media. È tempo di cambiare. Cambiare ci vuoleeeeeeeeeeee! Cfr. Il programma "Presa diretta, Rai 3". Cfr. Documentari dei MSF sui lavoratori stagionali nel meridione italiano.

Gli italiani "normali" sanno che senza la forza degli immigrati questo paese non andrebbe da nessuna parte, che senza i soldi degli immigrati in Italia non ci sarebbero contributi sufficienti per le pensioni, che senza la forza dei "disgraziati" questo paese sarebbe obbligato ad uscire dell'area Euro perché sforerebbe senz'altro i limiti dell'accordo di Maastricht. Nonostante questi dati verificati e verificabili, i media a servizio di certi "interessi" fanno credere alla gente che si può fare a meno degli immigrati. Certi programmi tv e testate giornalistiche continuano a propagandare boiate del tipo: "gli immigrati rubano posti di lavoro", "senza queste presenze scomode ed orrende l'Italia sarebbe più ricca", "senza immigrati l'Italia più sicura e più vivibile". Siamo al caffè.

Torniamo al razzismo e alla segregazione in Italia e all'italiana – paese che si crede democratico e si presenta al mondo come modello di Stato di Diritto -; le cose vanno di male a peggio. I problemi sono tanti che non so nemmeno dove cominciare, ma parliamo delle cause, parliamo dei responsabili diretti di questa catastrofe civile, di questo terrorismo di Stato. Chi sono i reali responsabili? Chi alimenta l'odio razziale contro gli immigrati? Chi veicola le informazioni razziali nelle tv? Perché mai le notizie che riguardano gli immigrati sono sempre cattive? Come mai si parla degli immigrati come animali irrazionali e nessuno viene indagato? Come mai non si da la parola agli immigrati perché parlino di cosa soffrono? Come mai la morale è solo per giudicare le azioni degli immigrati e non quella degli italiani?

Ecco la gogna. La memoria ha le gambe corte. Gli italiani si sono dimenticati che un giorno furono immigrati, e che sono ancora oggi un popolo d'immigrati e di tradizione cristiana. In giro per l'Italia si trovano tante chiese, ma pochi Cristiani. Tanti libri di morale ma poco rispetto delle stesse. I furbi hanno preso il potere d'ogni parte buona dell'Italia, controllano la politica, controllano l'economia, controllano la giustizia, e così il paese è stagnato in un mare d'ignoranza, di disperazione, d'immoralità e del nulla politico. Infatti, la politica in Italia, al momento non è esiste. La politica intesa come gestione d'interessi tesi al bene comune, non esiste. Troppi furbetti, troppi interessi personali, troppo individualismo.

Ma l'Italia, un tempo la cenerentola del Mediterraneo non fu sempre così, per questo era chiamato il bel paese. I problemi sono troppi ivi le cause, ma oggi comincio per portare alla vostra attenzione uno degli attori importantissimo in questa vicenda, i falsi giornalisti e/o uomini e donne che esercitano la professione a scopo di carriera per cui senza nessun principio professionale. Costoro si comportano come megafoni di una sistema autoritario, membri di un branco di lupi affamati in pieno inverno. Danno voce ai partiti politici più estremisti e/o razzisti d'Italia, così ogni notizia è elaborata con tendenze razziste, ogni titolo è denigratorio ed incita alla xenofobia, ogni intervista è condotta in modo tale a sporcare l'immagine degli immigrati in Italia. Così non va.

Fin quando l'informazione sarà pilotata politicamente, l'Italia continuerà in questa strada verso il nulla, verso il fallimento, verso la disintegrazione. Bisogna partire dai giornalisti che lavorano con professionalità, bisogna fare "rinascere" chi deve informare sulla reale situazione in cui si trovano gli italiani; bisogna partire dai giornalisti. I giornalisti "pesce cane" rimbambiscono la popolazione con la paura ed il Governo in carica la cavalca a fine elettorali. Questo circolo vizioso non porterà a parte nessuna.

Stiamo a vedere!

BLACK Morpheo

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Pubblico questo articolo a richiesta di alcuni amici.
Francis*PAC

lunedì, febbraio 02, 2009

Dio ha baciato i piedi dell’Italia ma gli italiani calpestano la fortuna ricevuta; Sputano sulla faccia di chi sopporta il loro sistema pensionistico.

Dio ha baciato i piedi dell'Italia ma gli italiani calpestano la fortuna ricevuta; Sputano sulla faccia di chi sopporta il loro sistema pensionistico.

 

 

In Italia tutti criticano il funzionamento di tutto, e come ogni bella commedia nessuno ha la responsabilità. Questo è in sintesi uno spaccato della profonda realtà del bel paese. I cittadini criticano i politici, costoro giocano allo "scarica barile" all'italiana, va a finire che parte delle loro irresponsabilità le attribuiscono ai cittadini. E così fan tutti. Pittoresca è l'affermazione: "Piove, Governo ladro!" Forse queste contraddizioni fungono da substrato della "bellezza" della cultura italiana, o forse rappresentano l'animo profondo di questo paese. La verità è che nessuno riesci a spiegarti i perché di tante antinomie. Tra l'altro, la verità "fa male". Nonostante tutto ciò, l'Italia è agli occhi di tanti stranieri un paradiso terrestre; e questo è vero. A ragion veduta, osservando la realtà di gran parte degli stranieri e dei loro figli, si arriva a concludere anche l'estremo opposto, cioè, che l'Italia è anche un piccolo inferno a cielo aperto.

 

A volte mi ritrovo a riflettere circa i migliori "luoghi" nei quali vivere sulla faccia della terra, e con grande ammirazione inserisco sempre l'Italia. Lo "stivale mediterraneo" è senz'altro uno dei migliori posti sulla terra. Infatti, qui troviamo tutta la materia prima necessaria per la costruzione sia di un paradiso terrestre, sia dell'inferno sulla terra. In giro per il mondo conosco un numero considerevole di persone e luoghi, ma soltanto in Italia ho conosciuto persone che raramente si trovano in altri posti. Nel "bel paese" trovano famiglie che senza conoscerti ti aprono le porte, nonostante i loro pregiudizi - creati ed alimentati ad arte dalla demagogia politica più bassa -, t'accolgono con affetto, ti aiutano, ti coccolano quale uno di loro; così come si trovano delle persone che non vogliono neppure sentir parlare di uomini donne persone diverse, cioè, esistenza d'immigrati e/o persone in difficoltà. Ogni estremo possibile si trova in Italia.

 

Senza nulla togliere al paradiso divino, Dio ha baciato "il sedere" di questa terra. In condizioni normali, senza furbetti di ogni genere - dei quali l'Italia è piena -, questo sarebbe il primo paese nel quale ogni essere umano vorrebbe vivere la sua giovinezza e la sua felice vecchiaia. Purtroppo, così non è, e credo proprio, con rammarico, che così non sarà. Così non sarà a patto che i migliori figli di questo ventre prendano le redini della politica, dell'economia e della cultura. Il punto chiavi è l'economia; chi domina l'economia in Italia, domina la cultura e domina lo spirito degli italiani. Così Silvio Berlusconi oggi è il PM della Repubblica Italiana. Ovunque ho avuto il piacere di soggiornare, ho trovato persone avverse al Sr. Silvio Berlusconi, ma in quegli stesi luoghi, costui ha avuto delle grandi vittorie elettorali, vittorie culturali infine vittorie economiche. Aimè! Paesi che vai, problemi che trovi. D'altronde si dice che ogni popolo ha i politici che merita, non lo so per l'Italia, ma sta di fatto che molta gente sogna essere come l'onorevole Berlusconi.

 

Orbene, c'è molto da fare… Mentre scrivo queste righe, aumentano a macchia d'olio le violenze contro gli immigrati. Ormai dilaga il razzismo puro ma nessuno lo ammette. Le colpe sono da distribuire ad un ventaglio di responsabili ma due classi di attori sociali sono i più implicati:

a)      Politici demagogici senza scrupolo

b)      Giornalisti lecca culo, disinformati e disinformanti, di parte ed ignoranti.  

Queste due categorie sono i principali responsabili delle tragedie che stanno vivendo migliaia d'immigranti in Itali. I politici controllano l'informazione e fanno in modo che passino le informazioni truccate sulla reale situazione del paese.  I giornalisti obbediscono perché senza contratti o per interessi personali, informano male cittadini e costoro reagiscono in conseguenza di quello che hanno sentito parlare.  Come se dice in Italia, è come un cane che morde la coda. Questa catena della disinformazione voluta e guidata è pericolosa, è disastrosa e anti-democratica, speriamo finisca presto.

I CRIMINI COMESSI DAGLI IMMIGRATI vengono zoomati a dismisura e moltiplicati attraverso i media. Se uno sbaglia, deve pagare, ma non si deve in modo nessuno criminalizzare tutti quelli che si trovano nella stessa condizione. Due stupri, due modi diversi d'informare i cittadini, due reazioni diverse per parte della sicurezza pubblica e da parte dei cittadini. Due trattamenti diversi. Ecco il male serpeggiante. Due misure per lo stesso crimine. Così non va.

LE DONNE IMMIGRATE HANNO LO STESSO VALORE DI QUELLE ITALIANE. Chi stupra va condannato, lui da solo e non la sua intera comunità d'appartenenza. Questo sarebbe e deve essere la procedura in paese democratico e che si crede Stato di Diritto. Invece quello che si vede… lo sapete.

 

Va bene… per il momento è tutto.

A titolo d'informazione, c'è un indiano in fin di vita a causa di una "bravata" di ragazzi di Nettuno. Questo stesso crimine se fosse stato commesso da immigrati, oggi ci sarebbero come minimo cinquanta  immigrati morti. Così non va.

 

Riflettete …

 

Francis*PAC

Roma/Città eterna: Razzismo all’italiana, snobismo sui mezzi pubblici, ghettizzazione ai più neri ;-((((((((((((((

Mentre tornavo a casa ho presenziato  - con grande rammarico  - per l'ennesima volta, una delle forme di violenze a danno degli stranieri, nella fattispecie i più neri, più atroci che ci possono essere. Parlo della ghettizzazione. Quando Sali su un mezzo, la gente si sposta, sembra che ti lascino spazio, ma il vero fine è quello di stare lontano da te. Prima ti guardano in faccia, dopo si spostano proteggendo le borse con le due mani, e dopo ti lanciano degli sguardi di disprezzo. Succede spesso. E fa davvero male.

Quello ch'ho potuto capire è che tali gesti si moltiplicano quanto più nero e povero è la persona in causa. Orbene, chiamiamolo come vogliamo, questo razzismo, xenofobia, disprezzo, e tutti altri mali che possono esserci. E fa davvero male. Se ti capita ti presenziare una scena di queste, non spostarti, fermati! Fa il tuo viaggio nella maggiore delle tranquillità, e se hai le palle, imparte un dialogo con la persona disagiata.

Molti lo fanno per ignoranza, altri lo fanno per razzismo, altri lo fanno per emulazione. Comunque, sono tutti stronzi. Il male è sempre male, e quando lo facciamo, qualcosa dentro di noi ci fa capire che stiamo sbagliando.

 

Va beh. Per il momento è tutto.

 

Lotta anche tu contro il razzismo e la discriminazione.

 

Obs: A me capita di rado, anzi, forse non lo capiscono nemmeno, perché sono sempre alle prese con altre preoccupazioni.
 
Il vostro fratello minore
Francis*PAC

domenica, febbraio 01, 2009

Razzismo/Italia: Civitavecchia, poliziotto italiano spara al vicino di casa senegalese: fermato per omicidio // Italian Cop kill Senegalese man / Policia italiana mata senegales

Lazio/Civitavecchia

Poliziotto italiano uccide vicino senegalese.

I connazionali: "Vogliamo giustizia", ma vengono cacciati. 

Il luogo dell'omicidio (Ansa)
Il luogo dell'omicidio (Ansa)
CIVITAVECCHIA - E' stato fermato con l'accusa di omicidio Paolo Morra, 50 anni, ispettore di polizia e responsabile dell'ufficio immigrazione, che nella mattinata di sabato ha esploso due colpi di fucile contro il suo vicino di casa senegalese Chehari Behari Diouf, 42 anni, uccidendolo. L'ispettore era da due mesi in permesso per malattia. Il questore di Roma, Giuseppe Caruso, ha firmato nei suoi confronti il provvedimento di sospensione cautelare dal servizio. Dopo l'omicidio, decine di senegalesi si sono raccolti davanti alla sede del commissariato, bloccando viale della Vittoria con due cassonetti, al grido di «Vogliamo giustizia, vogliamo sapere. Chiamate la magistratura».

«NON VOLEVA VEDERCI» - Il fatto è accaduto intorno alle 9 di sabato in via Sposito, nel quartiere di Campo dell'Oro, dove abitavano sia la vittima che l'assassino, in un complesso di case unifamiliari con giardini adiacenti. «Non voleva vederci in giardino. Ci diceva che non dovevamo stare lì», ha raccontato Dagne Mori, un cugino che viveva con la vittima. Ecco il suo racconto: «Diouf, mio cugino, era fuori in giardino stava preparando le sue cose per andare a lavorare al mercato dove ha un bancone. Ho sentito due spari. Sono uscito e l'ho visto a terra e il poliziotto con il fucile di colore grigio imbracciato che sparava. Diouf ci ha detto di rientrare in casa. Ci siamo vestiti. E' stato il poliziotto a chiamare il 113 e a chiedere i soccorsi. Dopo dieci minuti è arrivata la polizia. Hanno soccorso Diouf che era a terra sanguinante, hanno tentato di bloccare l'emorragia con una cinta. Poi è arrivata l'ambulanza e lo hanno portato via. Noi siamo stati portati prima in commissariato e poi in procura. Non abbiamo sentito alcun litigio, l'agente è entrato nel giardino di casa e ha fatto fuoco. L'ho visto con i miei occhi».

IL COLPO MORTALE - Diouf è stato colpito ad una coscia: il proiettile ha leso l'arteria femorale, provocando un'intensa emorragia. L'uomo è stato trasportato all'ospedale, dove però è morto poco dopo il ricovero. All'ispettore, fermato dai suoi stessi agenti, è stato fatto lo stub, mentre i due testimoni del fatto, senegalesi parenti della vittima, sono stati portati in Procura. «Vivevamo tutti e tre in quella casa da circa 4 mesi - ha riferito il cugino -. Per motivi di lavoro non eravamo mai in casa. Non avevamo quindi nessun rapporto né con il poliziotto né con la sua famiglia. Ma da quando ci siamo trasferiti, però l'ispettore di polizia non voleva vederci in giardino. Ci diceva che non dovevamo stare lì».

«UN PADRE DI FAMIGLIA» - Appresa notizia della morte del loro connazionale dai telegiornali, decine di senegalesi arrivati da varie parti del comprensorio si sono radunate davanti al commissariato di Civitavecchia. «Era una persona bravissima e a Civitavecchia lo conoscevano tutti. Era in città da più di 20 anni per lavorare e mantenere la sua famiglia in Senegal». Così Mustafà ricorda il 42enne ucciso. «Non sappiamo se ci siano stati altri litigi e come sono andate le cose. Certo è - continua Mustafà - che noi non abbiamo mai ammazzato nessuno. È un padre di famiglia, ti rendi conto. Non è che uno si sveglia la mattina e ammazza una persona. Usciva la mattina alle 6 e rientrava la sera alle 22. Viveva in quella casa con due fratelli».

LA PROTESTA - Quando dal commissariato sono usciti i due testimoni, i senegalesi hanno protestato con la polizia e cercato di impedire che la macchina lasciasse il commissariato, perché volevano sapere dove li stavano portando. Secondo quanto si apprende, i testimoni sono stati portati in procura dal pm. I senegalesi hanno quindi bloccato la strada con i cassonetti, chiedendo giustizia. Gli agenti della polizia di Stato, usciti dal commissariato, li hanno poi convinti a togliere il blocco stradale. All'interno del commissariato si sono riuniti il pm Bianca Maria Cotronei, titolare dell'inchiesta, il dirigente del commissariato, il vicequestore Sergio Quarantelli ed il comandante della compagnia dei carabinieri di Civitavecchia, il capitano Mauro Izzo. E' stato quindi deciso il fermo dell'agente Paolo Morra, e il questore di Roma Giuseppe Caruso ha firmato il provvedimento di sospensione cautelare dal servizio.

http://www.corriere.it/cronache/09_gennaio_31/civitavecchia_ispettore_polizia_uccide_senegalese_a4cea5c4-ef9e-11dd-b57d-00144f02aabc.shtml


Titolo originale:

Civitavecchia, poliziotto spara al vicino
di casa senegalese: fermato per omicidio


L'agente era da due mesi in permesso per malattia. La protesta dei connazionali: «Giustizia»


* Oss: L'editing del titolo - MF/News

Si è fatto l'editing del titolo per fare vedere come i giornalisti italiani contribuiscono nella diffusione "Scientifica" del Razzismo e della segregazionismo contro gli stranieri. Potrebbe non essere il caso di questo articolo, ma se leggete i titoli di giornali legati alla vicenda di Guidonia, avrete un'idea chiara di questa ideologia giornalistica.


Razzismo/Italia: In Civitavecchia Poliziotto italiano uccide un senegalese*

Ispettore di polizia spara a un vicino uccidendolo. Si incrociano davanti casa, come tante altre volte. Ma ieri mattina in via Sposito, zona Campo dell'Oro, a Civitavecchia, Paolo Morra, 50 anni, imbraccia un fucile a pompa. E spara. Un colpo calibro 12 raggiunge la gamba destra di Diouf Behari Chehari, un senegalese di 42 anni, da 20 in Italia, recidendogli l'arteria femorale. Inutile ogni soccorso: l'uomo muore durante il trasporto all'ospedale San Paolo. A mettere le manette all'ispettore, viceresponsabile dell'Ufficio immigrazione, gli stessi colleghi del commissariato locale, da lui avvertiti dell'accaduto. Mentre viene interrogato dal pm, amici e parenti della vittima, dopo un tentativo di entrare nel distretto di viale della Vittoria, bloccano la strada per impedire a due testimoni di allontanarsi. «Vogliamo sapere da loro che cos'è successo - urlano mentre i poliziotti cercano di calmarli - non ci fidiamo di quello che è stato detto».

Una storia a dir poco drammatica, protagonista da una parte «Paoletto», un graduato di polizia già coinvolto nel 1995 in una sparatoria a Borgata Aurelia, da due mesi in congedo per malattia. Dall'altra un extracomunitario che per sopravvivere vende borse al mercato della cittadina portuale. Il primo una grande passione per i cani di razza corsa, tanto da dedicarsi, assieme ai fratelli, all'allevamento di cucciolate con pedigree da campioni. Il secondo, che viveva assieme a due cugini in una casupola accanto alla villa del poliziotto, con una famiglia numerosa da mantenere. Due mogli e sei figli rimasti in Africa che ricevevano ogni mese il denaro guadagnato d'estate sulle spiagge di Ladispoli, d'inverno con il banco in piazza Regina Margherita.

Sono le 8,30 quando i due destini s'incrociano sulla strada che delimita le due proprietà. A questo punto la verità è tutta da stabilire. Qualcuno, come prima ipotesi, parla di un litigio cui assiste l'ispettore Morra. Per mettere fine al parapiglia l'uomo entra in casa per prendere il fucile, regolarmente denunciato. Il destino ci mette lo zampino e parte il colpo letale. Più tardi il poliziotto tenterà di dire che il colpo è partito accidentalmente. Altra ipotesi, la più accreditata, è che Morra litighi con il senegalese e per intimorirlo esploda un primo colpo in aria, un secondo mirando alle gambe. Stando ai rilievi della scientifica Mehari si accascia sul cortile antistante la propria abitazione in un lago di sangue. Un paio di testimoni hanno deposto davanti al pm Bianca Maria Cotronei e le loro versioni messe a confronto con quella dell'ispettore, immediatamente sospeso dal servizio dal questore Giuseppe Caruso. Fondamentale il racconto di Dagne Mori, cugino di Diouf Behari: «Ho sentito due spari. Diouf era fuori, stava preparando le sue cose per andare a lavorare. Sono uscito e l'ho visto a terra e il poliziotto con il fucile di colore grigio imbracciato che sparava. Diouf ci ha detto di rientrare in casa. Dopo dieci minuti è arrivata la polizia. Hanno tentato di bloccare l'emorragia con una cinta. Poi è arrivata l'ambulanza e lo hanno portato via. Noi siamo stati portati prima in commissariato e poi in Procura». «Non abbiamo sentito alcun litigio tra i due - continua Dagne - l'agente è entrato nel nostro giardino e ha fatto fuoco. L'ho visto con i miei occhi». «Vivevamo tutti e tre in quella casa da circa quattro mesi - dice l'altro cugino, Modou Balla -. Per motivi di lavoro siamo sempre fuori, non abbiamo nessun rapporto né con il poliziotto né con la sua famiglia. Ma da quando ci siamo trasferiti, però, l'ispettore non voleva vederci in giardino. Ci diceva che non dovevamo stare là». Morra è stato sottoposto a fermo di pg con l'accusa di omicidio volontario.
yuri9206@libero.it

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=325421&PRINT=S

*Oss: Editing del titolo - MF/News


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