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sabato, gennaio 29, 2005


Caccia della vita su Titano
Scienziati cercano sorgente metano

Dopo il primo identikit di Titano, gli scienziati dell'Esa stanno setacciando i dati inviati da Huygens per rintracciare la principale sorgente di metano sul satellite. Da un punto di vista scientifico la ricerca mirerebbe a provare l'esistenza di alcuni segni di vita che giustificherebbero la composizione della superficie e dell'atmosfera. "La presenza di organismi viventi -ha precisato uno dei ricercatori- potrebbe spiegare la produzione di idrocarburi nel lungo processo geologico".
A causa delle rigide temperature sulla più grande luna di Saturno è più facile ipotizzare l'esistenza di microbi, piuttosto che veri e propri organi biologici. Invaso da azoto, metano e altri idrocarburi, Titano sembra assomigliare a una versione congelata della Terra di 4,6 miliardi di anni fa.
Dal cielo del satellite piove metano liquido che poi si canalizza in fiumi che solcano e segnano la crosta ghiacciata. Se non ci fosse stato un continuo riciclo di metano, stando agli esperti, su Titano i raggi UV avrebbero distrutto tuti gli idrocarburi presenti nell'atmosfera e sulla superficie.
"Non possiamo dire assolutamente che su Titano non ci sia vita -ha dichiarato Francois Raulin, scienziato dell'Università di Parigi coinvolto nella missione- Sulla superficie le chance sono ostacolate dalle basse temperature, ma gli strumenti indicano la presenza di un oceano a una profondità di circa 100 Km". Ipotizzando che il modello ricostruito sia corretto, questa immensa massa di liquido dovrebbe essere composta in gran parte da acqua con un 15% di ammoniaca alla temperatura di -80 gradi centigradi".
Se questa zona è stata colonizzata da speciali microbi produttori di metano, gli scienziati dovrebbero essere in grado di individuarne le tracce osservando i risultati degli strumenti a bordo della sonda europea. I misteri di Titano cominciano a diradarsi, ma l'affascinante avventura continua.

Francis*PAC

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