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lunedì, settembre 15, 2008

ITALIA: Un paese razzista che si nasconde sotto il vello dei valori cristiani (Ndr)

ITALIA: Un paese razzista che si nasconde sotto il vello dei valori cristiani (Ndr)
 
Il sociologo Bonomi: dall'intolleranza al razzismo
A forza di insistere su sicurezza e immigrazione, si innescano meccanismi di odio e rancore
 
«Se lo ricorda Jerry Masslo?».
 
Villa Literno, 1989. Era un sudafricano richiedente asilo. Da noi finì a raccogliere pomodori.
«E lo ammazzarono».
 
Erano giovani del posto, volevano rapinarlo dei pochi guadagni.
Ma dopo il sacrificio di Masslo, ricorda il sociologo Aldo Bonomi, la «società italiana prese coscienza della questione-stranieri. E convocò la prima conferenza nazionale sull'immigrazione ».
 
Professore, adesso lei crede sia opportuno che anche Milano prenda coscienza?
«La morte di Abdul lancia un segnale netto. Nettissimo. La città è fragile, e lo è da un pezzo».
 
Fragile in che senso?
«Sono saltate le forme di convivenza. E i conflitti, che naturalmente continuano a esserci, vengono risolti con la violenza».
 
Come in via Zuretti.
«In via Zuretti, c'è stata anche intolleranza. E l'intolleranza ci mette un attimo a trasformarsi in razzismo ».
 
Gli inquirenti hanno escluso un movente razziale. Le forze politiche hanno subito condannato il razzismo.
«Il dibattito politico, da una parte e dall'altra, ha fatto della sicurezza e dell'immigrazione il nodo del dibattito ».
 
Dunque pensa che...
«In questa maniera, a forza di insistere su sicurezza e immigrazione, si innescano meccanismi di odio e rancore. Si viene portati a individuare un nemico o un capro espiatorio».
 
I Cristofoli hanno ammazzato per dei biscotti.
«Di fronte a un gesto minimo, padre e figlio hanno risposto con un gesto massimo».
 
Dei due, il padre ha un passato di rapine e galera. Non è uno stinco di santo. Nella vita, gli è capitato di non rispettare le regole, di non seguire la legge...
«Ha urlato "negri di merda", giusto? Credo che la parola razzismo possa essere tranquillamente evocata. Io, comunque, voglio tornare a Jerry Masslo. Per ribadire che la misura, ormai, è colma. Di nuovo colma. Serve un confronto. Che non è più rimandabile».
 
Professor Bonomi, a volte i confronti finiscono con propositi che rimangono sulla carta.
«Infatti, e qui mi rivolgo al sindaco Moratti, bisogna organizzare un dibattito. Pubblico. Per riflettere. Forze politiche e forze sociali insieme. Vede, lo scontro politico, alla fine, di fatto è come se fosse silenzio: nel senso che non crea, non dà frutti. Adesso, invece, davvero, occorre un pensiero alto».
 
E se già dopodomani, per dire, la tragedia di Abdul Guiebre finisse dimenticata, archiviata, superata da duelli su consigli d'amministrazione, esposizioni universali, giochi di potere?
«I nervi di Milano sono scoperti. Molto scoperti. Si litiga per un niente. Ci si trincera dentro il proprio steccato, e guai a chi prova a scavalcarlo. Non so come si faccia a non avere paura di questa situazione, e dunque ad accelerare per frenare la deriva».
 
 
15 settembre 2008

1 commento:

noalgore ha detto...

A proposito di razzismo serpeggiante e le sue insospettabili connessioni col movimento ambientalista italiano.
Il razzismo viene da lontano ed è stato traghettato nel mondo moderno dai seguaci dell’ambientalismo radicale. Ecco come.
Alessandro Ghigi (1875-1970) è considerato il padre dell'ecologismo italiano. Il presidente onorario del Wwf Fulco Pratesi ha definito Ghigi come "l'antesignano di ogni organizzazione della natura nel nostro paese". Si tratta perciò di un padre dell'ideologia ambientalistica italiana. Pochi sanno però che Alessandro Ghigi è stato anche un razzista caparbio, vicepresidente della Società Italiana di Genetica ed Eugenetica (SIGE), che ha partecipato ai congressi internazionali delle società eugenetiche, che ha scritto libri disprezzando ebrei, neri ed altre etnie, che ha firmato il Manifesto della Razza del fascismo nel 1938 con cui ebbe inizio la discriminazione degli ebrei in Italia. Basta scavare un po' dietro la facciata rispettabile di Ghigi per trovare notizie inquietanti, talvolta rimosse dalle biografie ufficiali. Nel suo libro "Problemi biologici della razza e del meticciato" (Zanichelli, Bologna, 1939), Ghigi descrive il tema delle degenerazioni causato dall'incrocio con razze nere che sarebbero "evolutivamente inferiori e geneticamente incompatibili". Nel 1959, dopo alcune esperienze di carattere locale, Ghigi diede vita alla Federazione Nazionale Pro Natura. Nella Carta di Forlì (1973-1981) Pro Natura precisa tutti i fondamenti di quello che negli anni che seguirono è stato il programma di tutte le associazioni ambientalistiche italiane. In pratica vi si sostiene che un aumento dei livelli di vita (soprattutto nei paesi poveri) è da evitare perchè danneggia la natura.
Approfondimenti nel mio blog
Ambientalismo di Razza