Detto ciò, direi che la radice di tutte le distinzioni è l'invidia: la prima morte sulla Bibbia fu provocata dall'invidia. Così, se torniamo al passato, se qualcuno mette nuovamente in campo queste supporti acquisizioni scientifiche è perché non ha argomenti nuovi, per animare il dibattito sullo sviluppo umano, sulla salita nelle graduatorie sociali di persone che provengono da altri posti finora considerati arretrati.
Vedete, ogni uomo cosciente della sua esistenza sa che tra gli uomini, a parte il luogo dove crescono e i condizionamenti che ne strutturano il cervello e conseguentemente il modo di ragionare ed agire, non esistono differenze tra di noi. Abbiamo sviluppato colore, geni, qualche altre capacità diverse per potere adattarsi alla varie realtà ambientali dove per anni abbiamo vissuto. A parte questo, non esistono differenze tra gli uomini e donne. Abbiamo stessa dignità, e siamo tutti uomini e donne figli della stessa madre: LA TERRA. Se c'è qualcuno, tra coloro che perdono il loro tempo ed energie cercando la differenze tra gli uomini/donne e le supposte superiorità, che sia disceso dal cielo si faccia avanti.
Parliamo della vita, dell'amore, dello sviluppo, parliamo dell'oggi: COSA POSSIAMO FARE PERCHE' OGNI UOMO E DONNA DI QUESTA TERRA POSSA VIVERE FELICE? E' l'oggi quello che conta, è l'amore il righello di misura della grandezza di ogni uomo. Il resto... decidiate voi.
Io sono angolano, abito in Italia ed amo questa terra quanto la mia madre patria: L'ANGOLA, che quest'anno dopo 35 anni di guerra, sta organizzando il CAN2010, facendo tesoro di tutte le difficoltà (un pensierino ai togolesi), godendo ogni partita con gioia ed orgoglio perché alla fine tutti meritiamo essere felici. Il bene che nutro per l'Angola, lo nutro pure per il bel paese, perché altrimenti, sarebbe come segare il ramo dove mi trovo. Il resto è chiacchiere.
Tornando alla triste discussione, affermo che in italiano il termine giusto è NERO, perché l'espressione "negro" - nonostante la sua scientificità - ha una conotazione razzista, e chi legge o sa ascoltare, lo sa. Lo stesso per l'espressione "Uomo di colore", che come sappiamo ha una conotazione prettamente razzista, chi studia lo sa, chi legge non lo usa. E casomai, chiamatemi per il mio nome, che è la più bella musica per l'orecchio di un uomo.
Sono un ottimista all'ennesima potenza, ma credo che le questioni legate alla razza non spariranno mai, perché l'invidia come l'amore sono dentro ogni essere umano. Dobbiamo solo lavorare perché ognuno di noi possa migliorare se stessi e conseguentemente aiutare le persone che si trovano al nostro fianco. Ognuno che ama il creato deve fare la sua parte, il resto lasciamo a Dio. Io credo nel bene che proviene da Dio - il creatore -, così come sappiamo che esiste il male ed esso influisce in altre persone. Eh già, non c'è uno senza due. L'eterno dualismo: IL BENE ED IL MALE. Facciamo il bene a tutti gli uomini e donne che troviamo e vedremo che abbiamo cambiamento il mondo, IL NOSTRO PICCOLO MONDO. Se ognuno cambiasse il proprio piccolo mondo - NEL BENE, NEL BUONO, NEL GIUSTO -, il grande mondo sarebbe un posto migliore per vivere.
Negro, afro-americano o di colore? L'America s'interroga.
Scritto da: Alessandra Farkas alle 22:44Tags: Cord Jefferson, Game Change, Harry Reid, Maxine Waters, National Association for the Advancement of Colored People, Obama, Reverendo Jesse
http://route66.corriere.it/2010/01/_new_york_a_1.html
Sono un uomo,
sono Francisco Pacavira.
Mungueno!
Lo stato in cui versa la Calabria è solo conseguenza di comportamenti individualisti.Questa parte di territorio italiano è priva di quel senso di Collettività,del senso della cosa pubblica.E' una regione dove trova piena legittimazione il marciume lobbistica-massoneria,un tutto con la mediocre politica ed buona parte dei calabresi. Bisogna smetterla con quel bieco meridionalismo ed vittimismo tipico dei calabresi. E' UNA REGIONE SETTARIA,è UNA REGIONE DOVE VIGE LA REGOLA ASSOLUTA(IL PROPRIO ORTICELLO,SOLO QUELLO ESISTE).E' una regione dove non esite.eccetto qualcuno,una presenza intellettuale che possa fare da pungolo.