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martedì, agosto 06, 2013

Milano Expo 2015: Per l’Angola, un bimbo stilizzato su una spirale il logo Paese africano

Angola-Expo-LogoLuanda, 5 ago. - Sarà una spirale con un bimbo stilizzato che tiene in mano un germoglio il logo del padiglione dell'Angola all'Expo 2015 che ha come tema generale "Alimentare il pianeta. Energia per la vita". L'immagine e' stata presentata durante una conferenza stampa a Luanda ed e' frutto di un concorso a cui hanno partecipato 85 loghi prodotti da aziende e da privati. "Il logo rappresenta le pratiche alimentari ancestrali - ha spiegato il creatore dell'opera - e la trasmissione di queste conoscenze ai diversi settori della societa' in linea con il tema scelto dall'Angola per il padiglione: 'Educare per innovare'".

L'Angola ha firmato il contratto di partecipazione all'Expo nel maggio scorso. "Il tema che abbiamo scelto mette in evidenza il contributo che l'Angola puo' dare all'innovazione in campo alimentare - ha spiegato in conferenza stampa Albina Assis Africano, commissaria del governo d'Angola per l'Expo - e questo logo rappresenta al meglio il nostro tema. Il germoglio e' proprio la conoscenza che l'Angola e' in grado di offrire e la spirale rappresenta la dinamicita' e l'evoluzione continua del popolo angolano". (AGI)

mercoledì, giugno 26, 2013

ITALIA & ANGOLA 2013 | Nuovo mercato per le imprese del legno arredo: Confindustria punta all'Angola

Pesaro (PU) - L’Angola come nuovo mercato di sbocco per le imprese pesaresi del settore del legno-arredo. E’ quanto emerso nel corso della visita a Pesaro del presidente dell’Anima, l’associazione angolana dell’industria del legno, Josè Verissimo, promossa da Amos Benevelli, che da anni opera con successo in quel Paese.
Nel corso del 2012, le imprese pesaresi hanno esportato complessivamente prodotti per 1,4 milioni di euro (+2% rispetto all’anno precedente), dei quali 383 mila euro provenienti dal legno-arredo, che è il settore che ha registrato l’exploit più significativo (+20%).
“In valore assoluto, si tratta di cifre ancora piccole – ha spiegato Filippo Antonelli, presidente del Gruppo Mobile di Confindustria Pesaro Urbino –, ma quel che salta agli occhi è il trend positivo: l’Angola, infatti, al contrario di quanto si possa immaginare, viaggia a una crescita del Pil che sfiora il 10% e ha un mercato immobiliare galoppante: significa spazio utile per le nostre aziende”.
Non a caso, la visita di Verissimo, che guidava una delegazione di imprenditori angolani, era mirata alla conoscenze diretta del nostro distretto industriale e a valutare concretamente la possibilità di collaborare con il tessuto imprenditoriale locale. E i primi risultati non si sono fatti attendere: gli imprenditori angolani hanno proposto lo sviluppo congiunto di progetti con il distretto pesarese, due dei quali – con il Gruppo Biesse e con Iterby – sono stati definiti e siglati in occasione della visita; altri sono da avviare, visto che il governo angolano sta cofinanziando lo sviluppo del settore legno-arredamento, anche attraverso la creazione di industrie di produzione di porte e finestre, parquet, di mobili, ed altri prodotti connessi, oltre che di falegnamerie e scuole di formazione.
“Le opportunità che si presentano per le imprese pesaresi – ha spiegato Benevelli - riguardano sia la vendita di macchinari e tecnologie, che di semilavorati e componenti da montare in loco, ma anche di prodotti finiti che, per la fascia alta di mercato, hanno già iniziato ad essere presenti in Angola”. A Palazzo Ciacchi, il presidente Verissimo ha firmato, per conto di Anima, un protocollo di intesa con Confindustria Pesaro Urbino, che – come ha spiegato Filippo Antonelli – “prevede collaborazioni reciproche, da parte nostra sul fronte delle tecnologie, da parte loro come supporto alla commercializzazione dei nostri prodotti finiti, semilavorati e componentistica sul territorio angolano”.

Via|fanoinforma.it

martedì, giugno 25, 2013

ITALIA & ANGOLA | Micaela Biancofiore, italiani potrebbero trovarci l'America in Angola

LUANDA, 25 giu. - Afferma che in Angola ci potrebbe essere una strada per far si' che le aziende italiane ricomincino a crescere, il sottosegretario alla Pubblica Amministrazione, Micaela Biancofiore, in visita a Luanda dove nei giorni scorsi ha partecipato alla Conferenza internazionale di cooperazione per il bacino atlantico. "Credo che gli italiani potrebbero trovare l'America in Angola e viceversa gli angolani potrebbero trovare l'America in Italia - ha detto all'Agi Biancofiore - dove potrebbero incontrare un parterre di relazioni inusuali perche' l'Italia e' veramente un paese che ama donarsi agli altri"."Gli angolani sono molto simili agli italiani - ha proseguito il sottosegretario - sono solari, gioviali, ma hanno a differenza degli italiani e degli europei, la fame di voler crescere e quindi hanno forse anche loro qualcosa da dare a noi. Papa Francesco dice di non farci rubare la speranza. Ecco, gli angolani possono ridarci la speranza di poter ancora crescere e dare ancora il meglio di noi perche' non dimentichiamo che l'Italia e' l'eccellenza nel mondo".
  Riguardo alle possibilita' per gli imprenditori italiani di portare avanti investimenti in questo paese Biancofiore ha aggiunto: "l'ambasciata italiana e' impegnata da anni ad aprire loro la strada e lo fa attraverso l'ambasciatore Mistretta che e' uno dei nostri migliori ambasciatori. Non e' un caso che gia' 4 anni fa e' stata aperta questa strada dal ministro Frattini e non e' un caso che il mese prossimo torni per battere questa strada importantissima per gli imprenditori anche il ministro Bonino". L'Angola, secondo produttore di petrolio in Africa, ha subito 27 anni di guerra civile, terminata nel 2002. Negli ultimi dieci anni ha avuto crescite economiche annuali attorno al 7%. (AGI) .

INVESTIR IN ANGOLA 2013 | Eni vende al Brasile il gas prodotto in Angola

Eni & C hanno iniziato a vendere il gas prodotto in Angola dalla joint venture Angola Lng, partnership che vede il Cane a sei zampe tra gli azionisti col 13,6% assieme ai padroni di casa di Sonangol (22,8%), Chevron (36,4%), Bp (13,6%) e Total (13,6%). Il primo cargo, con un carico di 160 mila metri cubi di gas, è partito in questi giorni alla volta del Brasile, diretto agli impianti di Petrobras. Secondo il ceo di Angola Lng, Artur Pereira, il debutto della jv è avvenuto in un momento in cui il mercato del gas naturale liquefatto offre buone prospettive.

La partnership, secondo fonti di mercato, ha un orizzonte temporale garantito di almeno 30 anni, con una media di 5,2 milioni di tonnellate annue di gas. L'Angola è uno dei Paesi di riferimento per Eni ed è tra i maggiori produttori di petrolio dell'Africa. Nel corso dell'anno gli avvii e l'entrata a regime dei giacimenti angolani (assieme a quelli russi ed egiziani) hanno compensato i declini di produzioni mature. In particolare, nel blocco offshore 15/06 (Eni 35%) il gruppo sta sviluppando il giacimento di Vandumbu con un potenziale produttivo di oltre 5 mila di barili di petrolio al giorno.

Via|IO

martedì, maggio 28, 2013

LAVORO 2013 | 150mila posti di lavoro disponibili che nessuno vuole (Roma & Italia)

lavoro[1]

ROMA | Panettieri, falegnami, pasticceri e sarti i più richiesti. Anche nel mercato degli infissi il lavoro sarebbe disponibile: esistono 1.500 posti da installatori e l’83% di questi non è ancora stato occupato.

Falegnami, panettieri e sarti: sono soltanto tre delle professioni che nessuno oramai vuole più fare, i cosiddetti lavori ‘dimenticati’.
Secondo un’indagine svolta dalla Fondazione Studi consulenti del lavoro, elaborando i dati segnalati dai 28mila iscritti che gestiscono un milione di aziende, in Italia sono circa 150.000 posti di lavoro disponibili, per impieghi che non si cercano e non si vogliono fare.
Secondo la Fondazione Studi, “in Italia molti posti sono vacanti e soprattutto i giovani cercano sempre le stesse strade, spesso contorte a causa ovviamente della crisi, senza però dimenticare anche le amicizie lavorative e un titolo di laurea che può avere un risvolto negativo della medaglia”.
“In Italia, ad esempio, mancano i panettieri. E’ un lavoro duro – continua la nota – e i turni lavorativi sono principalmente due: il primo nella tarda nottata, il secondo la mattina molto presto. I posti disponibili in questo campo sono 1.040 e non si riesce a coprire il 39% di queste posizioni vacanti. Un altro lavoro particolarmente snobbato è appunto quello del falegname. In questo campo, soprattutto in questo periodo di crisi economica e lavorativa, i ricavi potrebbero essere molto elevati: basta ‘fare il giovane’ presso un falegname esperto e, se si possiede una discreta somma di denaro, si può lavorare autonomamente. I guadagni sono assicurati, ma la strada è lunga e impervia”.
“Anche nel mercato degli infissi -spiega la nota- il posto sarebbe disponibile: esistono 1.500 posti da installatori e l’83% di questi non è ancora stato occupato. Un dato che può far riflettere. Altri due mestieri ‘rifiutati’ sono, nonostante si possa pensare il contrario, quello dei baristi e dei camerieri. Le principali motivazioni -spiega la nota della Fondazione Studi- possono essere principalmente legate agli orari notturni. Spesso queste posizioni sono occupate dai giovani universitari che per andare incontro alle esigenze monetarie legate alle tasse universitarie ‘arrotondano’ con questi lavori cercando di proseguire al meglio gli studi. Nonostante la presenza degli studenti nel settore il settore della ristorazione e dei bar manca nella misura del 14%”.
“Altri posti vacanti – si legge sempre nella nota – possono trovare nel campo della pasticceria, nel campo della macelleria in cui manca circa il 10% dei posti disponibili nelle aziende e, infine, anche nel campo della sartoria dove sarebbero disponibili circa duemila posti di lavoro, previo corso di specializzazione in questo tipo di lavoro. Ci sono poi altre professioni di difficile reperimento, legate però a un preciso percorso formativo. Tra queste gli infermieri, i tecnici informativi e gli operai specializzati”.
“Per quanto riguarda il comparto infermieristico, nel 2012 -sottolinea- c’è stata una richiesta di 22.000 nuove unità; il numero chiuso imposto dal sistema universitario (accettati solo 16mila nuovi studenti alla laurea triennale in scienze infermieristiche), e la ‘poca’ attrattiva del lavoro, hanno imposto il ricorso all’utilizzo di molto personale straniero. In Italia, dunque, ci sono 150.000 posti disponibili -conclude la Fondazione Studi- in questi lavori che nessuno cerca e che nessuno vuole”. (LabItalia)

martedì, settembre 25, 2012

Crisi Fiat 2012: Dopo il vertice, Monti afferma "Niente soldi, non ce li hanno chiesti” comunque non li daremmo

Monti e la Fiat: "Niente soldi, non ce li hanno chiesti e non li daremmo"

La Fiat resterà in Italia o no? Giusto qualche giorno fa, subito dopo l’annuncio dellacancellazione del presunto piano industriale Fabbrica Italia, era stato lo stesso Marchionnea dire: “Con gli utili fatti in Brasile teniamo aperti gli impianti in Italia“. Una frase che, accoppiata con il taglio degli investimenti nel nostro paese, non lascia ben sperare gli operai Fiat e dell’indotto. Se è questa la situazione e non si fa nulla per cambiarla quanto potrà durare?

Non basta. Alla vigilia dell’incontro fra Monti, Passera e Marchionne l’amministratore delegato di Fiat aveva rincarato la dose ricordando come il business Fiat in Brasile sia fortemente sovvenzionato dal governo brasiliano, cosa che “non può accedere in Italia” per via dei vincoli stabiliti dall’Europa: no aiuti alle aziende, stop.

Quindi cosa si siano detti Monti e Marchionne a quattrocchi non è dato saperlo, ma l’impressione è che non si siano detti sostanzialmente nulla. La conferma arriva della parole del Presidente del Consiglio che, rassicurando nelle intenzioni i contribuenti di fatto spiega che c’è poco da fare e si trincera dietro promesse talmente vaghe da non poter essere nemmeno rinfacciate, un domani.

Il governo si è impegnato non a dare aiuti finanziari ma a creare condizioni di contesto che favoriscano la presenza dell’industria automobilistica in Italia. L’incontro con i vertici della Fiat è stato lungo e dal momento che non veniva alimentato da noi con comunicati e Twitter capisco che chi doveva lavorare abbia fatto lavorare la fantasia, ma non sono stati chiesti aiuti nè Cig in deroga. L’esito dell’incontro è una scommessa che richiede un grande impegno delle parti.

Gli operai Fiat non dormiranno sonni più tranquilli di quelli degli ultimi mesi (o anni, se preferite).

martedì, luglio 31, 2012

Italia in crisi: Mai tanti disoccupati, record storico di 2,8mln

ROMA - Il tasso di disoccupazione a giugno é al 10,8%, in rialzo di 0,3 punti percentuali su maggio e di 2,7 punti su base annua. E' il tasso più alto da gennaio 2004 (inizio serie storiche mensili). Lo rileva l'Istat (dati destagionalizzati, stime provvisorie). Guardando le serie trimestrali è il più alto dal III trimestre 1999. Il numero dei disoccupati a giugno è di 2 milioni 792 mila. Lo rileva l'Istat (dati provvisori). Si tratta di un record storico, il livello più alto dall'inizio delle serie mensili (gennaio 2004) e delle trimestrali (quarto trimestre 1992).
L'Istat inoltre fa sapere che a giugno gli occupati sono 22 milioni 970 mila, in calo dello 0,1% rispetto a maggio (-29 mila unità). La diminuzione, aggiunge l'Istituto, riguarda in particolare le donne. A confronto con giugno 2011 il numero di occupati mostra invece una lieve crescita (+11 mila unità). Il tasso di occupazione è pari al 56,9%, in diminuzione nel confronto congiunturale di 0,1 punti percentuali e stabile in termini tendenziali.
Il numero di disoccupati a giugno registra un boom, in rialzo su base annua del 37,5%, ovvero di 761 mila unità. Lo rileva l'Istat (dati provvisori e destagionalizzati), aggiungendo che su maggio la crescita è pari al 2,7% (73 mila unita).

Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a giugno è al 34,3%, in diminuzione di un punto percentuale su maggio. Lo rileva l'Istat (dati destagionalizzati e a stime provvisorie) aggiungendo che tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 608 mila. I giovani disoccupati rappresentano il 10,1% della popolazione di questa fascia d'età.

A giugno l'Istat registra un forte calo del numero di inattivi, ovvero di chi non ha un'occupazione e neppure la cerca: su base annua la diminuzione è di 752 mila unità (-5%), mentre su maggio il calo è pari a 52 mila unità (-0,4%). Quindi continua a salire la partecipazione al mercato del lavoro, ma spesso accade che la maggiore offerta si traduce in disoccupazione.

mercoledì, marzo 12, 2008

Cina promossa sui diritti umani. Ma in Tibet continua la repressione

Manifestante protesta davanti all'ambasciata Cinese a New Delhi.

Centinaia di monaci tibetani hanno organizzato una manifestazione anticinese ieri a Lhasa, per il secondo giorno consecutivo, secondo Radio Free Asia.

Testimoni citati dall'emittente hanno raccontato che circa duemila agenti di polizia sono intervenuti con bastoni e gas lacrimogeni per disperdere i monaci.