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mercoledì, maggio 26, 2010

Fini: "Immigrati e rispetto della legge I politici non siano esempio di corruzione"

Il presidente della Camera: "Un Paese in cui il senso dello Stato si indebolisce non può essere percepito come una terra in cui dominano la legge e la legalità"

ROMA - "Ben difficilmente un Paese in cui il senso dello Stato si indebolisce può essere percepito dalle comunità di immigrati come una terra in cui dominano la legge e la giustizia e dove sono garantite reali opportunità di un crescere civile". Il monito giunge dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, presentando con Giuliano Amato e gli autori Alina Harja e Guido Melis, un libro dedicato ai romeni che vivono e lavorano in Italia.

Lo stile di vita delle classi dirigenti deve tornare a essere modello di comportamento sociale e non può prescindere da precise responsabilità, soprattutto sui temi della legalità e della corruzione. Perché "può anche accadere - avverte Fini - che nelle fasce più marginali, si diffonda una rovinosa sensazione di immunità. Se i cittadini hanno la percezione che esistono varie zone di corruzione anche presso l'elite politica e amministrativa, non dobbiamo poi stupirci se alla base della società si diffondono fenomeni di illegalità".

Il presidente della Camera ha voluto ribadire il concetto dell'importanza dell'esempio fornito dai politici, affermando che "solo se si assumono comportamenti virtuosi, si può chiedere ai cittadini di rispettare una gerarchia di doveri e la rinuncia a comportamenti illegali". Perché, spiega Fini riferendosi alla politica dell'integrazione degli immigrati, "la legalità non la si afferma gridando all'untore, creando barriere o fabbricando mostri per la platea dei media. L'affermazione della legalità passa viceversa per vie ben diverse, come il ristabilimento della certezza della pena, la lotta al degrado sociale, il rilancio dell'autorità dello Stato. E passa anche per la riaffermazione dell'etica pubblica".

Lo spunto per il monito di Fini è stato il discorso sugli "stereotipi più vergognosi partoriti da un sistema di informazione superficiale", come quello di "stupratori" affibbiato in alcuni casi ai romeni. "Dalla politica e dal mondo dell'informazione - ha invitato Fini - devono invece arrivare messaggi seri e responsabili. C'è bisogno di combattere l'associazione tra criminalità e immigrazione che può insinuarsi in alcuni settori della popolazione e dell'opinione pubblica". Rep

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