I gigli della resurrezione
Il dottor Mando Fodor era oltre che psicanalista anche studioso di metapsichica, ed era adorato da quelli che lo conoscevano. Quando morì, il 17 maggio 1964, gli oggetti che si trovavano nel suo appartamento cominciarono misteriosamente a muoversi, come se il defunto ricercatore volesse dimostrare che non aveva cessato del tutto di vivere. Ma fu il comportamento dei fiori sulla terrazza a impressionare di più sua moglie.
"Sulla nostra terrazza ci sono dei fiori", essa spiegò. "Le rose rampicanti di solito durano quattro giorni, dopo di che perdono i petali e formano nuovi boccioli. Ma dopo la morte di mio marito le rose, circa centocinquanta, sbocciarono di colpo e durarono per parecchie settimane." Più Amaya Fodor osservava le rose, più il suo interesse s'intensificava.
"Per tutto quel periodo nessuna rosa perse un solo petalo", riferì, "poi, un giorno, appassirono tutte insieme. Io tagliai loro i gambi e mentre facevo questo chiesi di poter avere almeno una rosa. La ebbi una settimana dopo: una sola rosa, che durò anch'essa per parecchie settimane."
È possibile che queste misteriose rose siano sbocciate tutte insieme per semplice coincidenza? È possibile, ma un caso come quello occorso alla signora Fodor non è unico. La nota scrittrice Taylor Caldwell ha raccontato un'esperienza analoga sul numero dell'ottobre 1972 del Ladies's Home Journal. La signora Caldwell e suo marito, Marcus Rebak, avevano un cespo di gigli detti della resurrezione che non sbocciavano mai: non diedero un solo fiore in ventun anni. Rebak a volte canzonava sua moglie, dicendole: "Non potrai mai dimostrare la realtà della resurrezione con quei gigli". Ma quando egli morì, nell'aprile del 1970, i gigli finalmente sbocciarono: il giorno stesso del suo funerale.
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