La trovai in giro per Roma in stato confusionale e con impulsi violenti contro chi s'avvicinasse improvvisamente. Capelli bruni, altezza media da giovane donna pronta a sposarsi; aveva un sorriso bellissimo, dolce ed innocente ma s'intravedeva in quell'aria di chi soffriva tantissimo dai problemi psichici che l'assillavano. Si chiamava Belita, aveva gli occhi castagni chiari, uno sguardo profondo e chiedeva aiuto solo guardando, ricercava attenzione ed a volte parlava da sola concentrandosi negli occhi di chi incrociava. Soffriva da morire, dietro lei una scia d'amici e parenti che la seguivano per proteggerla, per pagare i danni che commetteva, per chiedere scusa, insomma, per soffrire assieme a lei. Mi trovai dinanzi a lei nella via dei Mille – vicino a Roma Termini -, i nostri occhi si incrociarono e per lunghi secondi e ci fermiamo guardandosi, è come se la conoscesse da lunga tempo e lei me. Balbuziando, camminò in mia direzione. D'un tratto aprì le brace nella posizione d'abbracciarmi; mi spaventai e per poco, pensai in fuggire, correre, spostarsi velocemente. Più veloce della luce, lei, mentre incrociava i miei occhi camminò veloce e passando dinanzi abbracciò una ragazza che veniva dietro me. Il resto lascio a voi, qualunque somiglianza col caso è mera coincidenza. L'ho scritta pensando ad un fatto reale accaduto nel 1991.
A presto! Scrittura Nera
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