Giovani immigrati crescono. In un mondo pieno di incertezze e in cui gli equilibri socioeconomici sono destinati a cambiare, o meglio cambiano in fretta, è necessario riadattarsi.
Così succede che gli europei, quelli dell’Europa dell’area mediterranea martoriata dalla crisi economica, sono costretti a cercare fortuna altrove. E se anche negli Stati Uniti il mercato del lavoro subisce un rallentamento, sono quei Paesi che siamo soliti chiamare impropriamente del Terzo Mondo o in via di sviluppo, a galoppare e offrire quello che i “Vecchi continenti” non riescono più a dare.
I Paesi di emigrazione sono adesso quelli dell’America latina e persino alcuni di quelli africani. Paesi nuovi, che sono usciti solo da un decennio dalla guerra e che adesso hanno intrapreso la strada della ricostruzione. Uno di questi è l’Angola, ex colonia portoghese, diventata indipendente nel 1975 dopo una lunga guerra, nella quale c’è un governo stabile da 10 anni. Paese ricchissimo di risorse, che cresce a ritmi vertiginosi, dal 2003 il Paese ha una registrato crescita media del 14 per cento del pil.
E ecco che gli equilibri cambiano. Se prima erano proprio gli angolani a emigrare, soprattutto in Portogallo, la sua colonia, adesso le cose cambiano.
Nel 2006 si contavano solo 156 visti di portoghesi in partenza per l'ex colonia, mentre l'anno scorso erano 23.787. Ormai sono 100mila i portoghesi che si sono trasferiti in Angola, quattro volte il numero di angolani che vivono in Portogallo. "Tutto ciò mi fa pensare all'epoca delle grandi scoperte, quando i nostri antenati partivano per l'Africa, anche loro per sfuggire alla crisi economica", sottolinea Mario Bandeira dell'Istituto superiore di scienze del lavoro e dell'impresa.
L’Angola paga, si sta bene e servono ingegneri edili, esperti in telecomunicazioni, consulenti finanziari, e molto altro, possibilmente di lingua portoghese. Così i quarantenni o giovani laureati, disoccupati o in cerca di avventura, tutti si mettono in viaggio per l'Africa. Un ingegnere appena laureato o un giornalista con tre anni di esperienza, che guadagnano al massimo mille euro in Portogallo, se ne vedono offrire tremila in Angola, il più delle volte con vitto e alloggio pagato dai datori di lavoro.
E’ reale, il mondo cambia e chi vuole spuntarla deve trovarsi preparato alle nuove sfide.
- l’Angola in Italia -
Ambasciata della Repubblica dell'Angola
http://www.ambasciatangolana.com/
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