Nulla di nuovo sotto sole: che un leader o premier abbia al fianco ghost-writer (o volgarmente detti "negri") estensori di programmi-discorsi-battute, è nella logica della politica. Nessuno alza il sopracciglio se Bersani ha uno staff economico guidato da Stefano Fassina, se Berlusconi si avvale di Brunetta o di Valentino Valentini, se Montezemolo ha a disposizione l'economista Nicola Rossi o il politologo Andrea Romano. Da Cameron a Obama, stessa solfa.
Bizzarro (eufemismo) è invece un premier come Monti che, dall'alto della sua supponenza professorale, ce la mena per mesi con ‘sta "Agenda Monti" che dovrebbe salvarci dalle fiamme dell'euro-apocalisse e poi un sito disgraziato come Dagospia tira fuori che il programma sociale-economico è farina di un altro prof, fino a ieri senatore in quota Renzi del Partito Democratico, il giuslavorista Pietro Ichino.
Un politico può arruolare un tecnico, ma un tecnico che chiama un altro tecnico per fare il lavoro a posto suo? Certo, siamo uomini di mondo, nessuno scandalo. Però va detto. Per rispetto almeno di chi andrà a votare un partito che farà capo della fatidica Agenda Monti. Non lo deve scoprire uno smanettatore della Rete.
Se Ichino ha ammesso (vedi intervista qui Intervista con Pietro Ichino), Goldman Monti non ha aperto quella sua bocca che pare una fessura di un bancomat. Certo, nella sua amata Germania lo scorso anno, il ministro zu Guttenberg fu sollevato dalla Merkel per aver copiato di sana pianta una parte della sua tesi di dottorato. Chiedere questo è troppo nel nostro paese , però una dichiarazione in merito alla "sua" Agenda era d'uopo.
Ma cosa aspettarsi da uno come Sudario Monti che pratica da sempre quel saggio insegnamento che dice: la prima regola per avere importanza è darsela. Se poi si aggiunge che Supermario, pur essendo nativo di Varese, ha i sani caratteri del torinese, falso e cortese, si comprende come sia riuscito, pur senza grandi titoli scientifici (alla Bocconi esercitava il ruolo di rettore, cioè una mansione amministrativa), a infinocchiare prima l'Europa e poi il nostro Paese.
Ecco: la sua inclinazione amministrativa più che di studioso potrebbe essere l'origine dell'apporto di un prof come Ichino. Peccato che questa Agenda, agli occhi di altri politologi, una volta letta in profondità, sia una grossa delusione: "un programma elementare", così ci ha liquidato un celebre e severo editorialista italico rimasto "esterrefatto" davanti all'Ichino-gate di Dagospia. Aggiungendo velenoso: "Sa, dopo Berlusconi, a palazzo Chigi anche la mia cuoca avrebbe fatto una brillante figura".
Via | Dagospia
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mercoledì, dicembre 26, 2012
Se l’Agenda Monti è di Pietro Ichino (Nulla i nuovo …)
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