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lunedì, febbraio 28, 2005

Eyademan & Amnesty International

In questi due giorni due cose che sono accadute mi hanno colpito, la prima è la dimissione del presidente del Togo Faure Gnassingbé, un successo dell’Unione Africana e l’altra è la morte di Peter Benenson il fondator dell’Amnesty International.

Dopo la morte del generale Gnassingbe' Eyademan presidente del togo il figlio Faure Gnassingbé aveva preso subito il potere, fatto che mi ha gravemente colpito, mi ha fatto male. Non riuscivo a capire come mai nei nostri giorni ancora si registrano cose del genere, da una parte il silenzio della Comunità Internazionale dall’altra il silenzio del proprio popolo del Togo.


Non so fino a quando la Francia sarà indietro alla politica scorretta africana.


Ma bastò una rilettura della biografia del vecchio presidente per capire che governo aveva prima il Togo e cosa aveva davanti. Infatti il generale Gnassingbe' Eyademan aveva preso il potere con un colpo di stato il 13 gennaio 1967. Successivamente era rimasto sempre al potere, anche vincendo elezioni presidenziali sulla cui correttezza molti paesi esteri, hanno a più riprese espresso seri dubbi.
In particolare, Amnesty International ha accusato Eyadéma di aver fatto assassinare centinaia di persone durante le elezioni del 1998, che si conclusero con la proclamazione della sua rielezione senza che venisse completato il conteggio dei voti.

Ma quello che importa è che alla fine ha vinto il buon senso, il figlio è uscito dal potere, ha rinunciato al potere illegittimo e così il paese potrà organizzare elezioni il più breve possibile, nonostante ciò la crisi in Togo rimane, un paese da molto governato in dittatura non riesce a comportarsi da paese democratico, le istituzioni non hanno tale capacità, cioè di operare senza fare riferimento ad un capo che ha tutto il potere. Comunque viva il Togo per la sua vittoria.


E' morto il fondatore di Amnesty International

Per altro ieri è morto il fondatore di Amnesty International, Peter Benenson, è morto ieri in un ospedale di Londra. Aveva 83 anni.

"La sua vita è stata un coraggioso testamento del suo impegno idealista contro l'ingiustizia nel mondo - ha dichiarato Irene Khan, segretario generale dell'organizzazione per la tutela dei diritti umani - ha portato la luce nel buio delle prigioni, nell'orrore delle camere di tortura e nei campi di prigionia di tutto il mondo".
Benenson diede vita ad Amnesty International nel 1961.

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