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venerdì, settembre 10, 2004

Una pietra miliare? Dopo il silenzio, l'America riscopre i suoi morti



«L’Iraq è la guerra sbagliata, nel tempo sbagliato, nel luogo sbagliato, per le ragioni sbagliate. Eppure Bush vi ha speso i 200 miliardi di dollari che avremmo dovuto spendere per i nostri ospedali, le nostre scuole, gli 8 milioni di posti di lavoro che mancano, il nostro futuro» John Kerry, 7 settembre (discorso di Cincinnati, Ohio)

Mille morti. Per tutta l’estate l’America ha osservato con la coda dell’occhio l’arrivo di nuove bare da Baghdad, le esequie semiclandestine, quel bilancio dei soldati americani caduti in Iraq che continuava a crescere, fino a divenire un macabro conto alla rovescia. Mai tante vittime come nell’ultimo Agosto. Martedì scorso il Pentagono ha annunciato: sì, purtroppo abbiamo ormai superato la soglia dei mille morti. Per i cittadini della più grande potenza militare del mondo è stato come uno shock pianificato: tutti sapevano che ci si sarebbe arrivati presto, ma ora che ci siamo pare incredibile. Mille morti: una cifra simbolica, che improvvisamente ha rianimato nell’opinione pubblica americana la domanda: «Morti per cosa?»

Il candidato democratico alla presidenza John Kerry ha parlato di «una tragica pietra miliare». E ha aggiunto: «Non dobbiamo mai dimenticare il prezzo che hanno pagato e dobbiamo rispettare il sacro dovere verso le truppe di fare tutto quello che possiamo per prendere le decisioni giuste in Iraq, così che possiamo farle tornare a casa il più resto possibile». Tornare a casa: mai, in una lunga estate di tentennamenti Kerry aveva parlato con tanta chiarezza. I mille morti sono serviti anche a questo. A restituire chiarezza e decisione ad una campagna elettorale democratica apparsa intimidita nei giorni della convention repubblicana. A rianimare quell’altra idea di America portata in piazza dal movimento pacifista nella grande manifestazione di fine agosto a New York.



Se Kerry ha scelto di tornare ad un atteggiamento più aggressivo nei confronti della Casa Bianca, Bush ha dovuto ammettere la difficoltà, affrettandosi a ricordare che il presidente «ricorda, onora e piange tutti coloro che sono caduti nella difesa della libertà». Una commozione tardiva, giunta dopo che per mesi il governo di Washington e i vertici militari hanno cercato di nascondere al paese i volti delle vittime, i loro nomi, le loro bare.


Mille morti: qualcosa è cambiato. Basterà per rovesciare le sorti di una campagna elettorale che sembra pendere dalla parte dei Repubblicani? Forse non è questo che conta. Non solo. L’America è tornata a parlare dei suoi morti, di tutti i suoi morti. E a guardarli negli occhi.

font: l'unita

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