Un computer osserva dei bambini che giocano, ascolta quello che si dicono, impara dalle loro interazioni e dai loro comportamenti e in breve tempo si predispone ad interagire con quelle stesse modalità, apprendendo in modo quasi intuitivo dai comportamenti umani.
Apprendimento. E’ questo il cuore e l'obiettivo di una importante ricerca degli scienziati dell'Università di Leeds, nel Regno Unito, che hanno confidato al New Scientist i progressi fin qui ottenuti con un sistema denominato CogVis.
Stando agli scienziati, CogVis si differenzia rispetto alle tradizionali tecnologie di intelligenza artificiale in quanto la sua elaborazione non si basa su regole predefinite ma sulla sua possibilità di costruire delle "ipotesi" di funzionamento basate da un lato sull'osservazione e dall'altro sul tentativo di mimare i comportamenti analizzati.
"Un sistema che possa analizzare ciò che accade in uno scenario casuale - ha spiegato alla celebre pubblicazione scientifica uno dei ricercatori, Derek Magee - capace di apprendere e partecipare come fa un bambino, è praticamente il Sacro Graal dell'intelligenza artificiale. Ancora non abbiamo raggiunto questo obiettivo ma crediamo di aver fatto un passo in avanti".
La chiave della ricerca fin qui svolta è il gioco. Consentendo a CogVis di partecipare ad alcuni giochi tra player umani, per esempio un gioco di carte, i ricercatori stanno mettendo a punto le sue capacità di comprendere ciò che avviene, di analizzare le reazioni dei giocatori e quindi di determinare l'andamento delle partite.
La sfida, evidentemente, è di riuscire a rendere l'apprendimento di CogVis sofisticato al punto da cogliere le particolarità di situazioni più complesse di quelle di un gioco e delle sue regole. L'idea è che si possa un giorno chiedere al sistema di analizzare da solo ciò che vede attraverso una propria telecamera. In futuro si potrebbe chiedere a CogVis di prendere posizione e compiere delle scelte in base alle analisi compiute.
L'articolo del New Scientist
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