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sabato, gennaio 29, 2005


Voto Iraq,aperti i seggi all'estero
Bush: "Pronti a lasciare dopo elezioni"
Le forze Usa lasceranno l'Iraq se la nuova dirigenza che uscirà dalle elezioni chiederà il loro ritiro. Lo ha detto il presidente americano George Bush in un'intervista al New York Times. Bush ha però aggiunto di aspettarsi che venga richiesto di "restare per dare assistenza". Intanto si aprono i seggi elettorali esteri per il voto in Iraq.: sono circa 280.000 quelli che, nelle scorse settimane, si sono registrati, un numero inferiore alle attese

Mentre le truppe si schierano a difesa dei seggi elettorali in vista delle elezioni di domenica 30 gennaio , all'estero gli iracheni fuggiti durante il regime di Saddam Hussein possono già esprimere il loro voto.
Le prime urne aperte sono state quelle iraniane, uno dei 14 Paesi dove gli iracheni all'estero possono votare. A sovrintendere alla consultazione c'è l'Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim). "I seggi si sono aperti in sei città iraniane e finora non è stato riferito alcun problema", ha detto Monica Ellena, responsabile delle relazioni esterne dell'Oim per le operazioni di voto in Iran.
Ellena ha aggiunto che nel seggio nel quartiere Dolat-Abad ci sono già persone in fila in attesa di votare. In tutto l'Iran si sono iscritti per votare 60.908 iracheni, la metà degli aventi diritto al voto. Per gli iracheni residenti nei 14 Paesi dove sono stati organizzati seggi, le operazioni di voto, iniziate oggi, dureranno fino a domenica.
Imam esorta ad andare a votare
"Ancora poche ore e avremo una nuova alba. Dovete andare tutti a votare, senza prestare ascolto a quello che dicono gli altri. Pure alle mogli deve essere consentito di andare ai seggi, anche se il marito è contrario, perché questa non è più una questione politica ma di fede". Con queste parole, nel tradizionale sermone del venerdì, il rappresentante a Baghdad del Grande ayatollah Ali al Sistani ha invitato gli irachene a non non farsi intimidire e a non boicottare le urne. Di fronte ad almeno duemila fedeli sciiti riuniti in preghiera nella moschea Buratha, nella zona di Attifiya, l'imam ha infiammato gli animi dei presenti che subito hanno risposto all'appello al grido di "Allah Akbar" (Dio è il più grande) e "Morte a Saddam, morte al terrorismo".
Il voto ad Amman tra ansie e speranze
Mentre è ancora presto per fare una stima approssimativa dell'affluenza alle urne nel primo giorno di voto per gli espatriati iracheni, da Amman giungono i primi commenti degli emigrati che hanno già votato. "E' la prima volta che ci è concesso di assaggiare il sapore della democrazia -ha dichiarato Hoger Shalli, funzionario delle Nazioni Unite arrivato ad Amman da Baghdad un anno e mezzo fa con una moglie e un figlio -Questo voto è stato un onore". Stando a fonti locali, la giornata elettorale è trascorsa in maniera estremamente ordinata, pacata ed eccitata. Massicce le misure di sicurezza disposte nei pressi delle urne, ferree le procedure di accesso per chiunque.

Francis*PAC

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